Dalla Germania una proposta concreta


di Francesco Gui 

Misera condizione quella sperimentata a metà gennaio u.s. dai federalisti europei, sottoscritto compreso, che attendevano l’imminente vertice romano a due più uno, fra la Merkel, Sarkò e il sopraggiunto – una volta messo Bunga Bunga sotto il tappeto – Mariuccio-Monti-che-Dio-lo-abbia-in-gloria. Misera e contraddittoria, in verità, non soltanto per gli spinelliani del tutto e subito, già pronti con gli striscioni “Federal Union Now!”, che hanno preso atto ancora una volta del rinvio del miracolo a data da destinarsi. Ma miserabile e sconfortante anche per tutta la UE nel suo insieme, presidente Napolitano, o no? Con la quantità di problemi sul tappeto, con il rating che ti bastona e lo spread che ti stende, basta il capriccio di un Président che il macchinario si ferma, i piloti scendono e il mondo intero resta in attesa di far la stessa fine della Costa Concordia, con capitan Schettino e la moldava furbetta che manco ci pensano di risalire a bbòrdo.

Dopodiché la pantomima politico-mediatica si è accesa furiosa, come e peggio che per il Giglio. Nel senso: la colpa è di Angela, anzi, di tutti i tedeschi, che sotto sotto rimangono sempre gli stessi; ma no, stavolta è di Nicolas, che fa le bizze causa (la) Le Pen alle terga; o sarà stata invece la mazzata di Standard & Poor’s a togliergli la voglia di presentarsi ai giornalisti? E via così spettegolando con l’immancabile petulanza, ora da trivio, ora salotto.

Però, però, anche a non voler rinnovare certe interiezioni del comandante De Falco – una vera manna per il Corriere della Sera, che ha potuto finalmente, grazie ai morti della Concordia, sdoganare la parolaccia vietata – ma, poffarbacco, con la nave UE che affonda, non sarà l’ora di occuparsi di proposte concrete? Ebbene, dai tedeschi, proprio loro, ma nessuno ne parla, è venuta una proposta più che meritevole di attenzione. Vale a dire che al suo recente congresso, la Cdu, il partito della cancelliera, ha sfornato una mozione, sia pure non cogente, che potrebbe curare la sindrome dell’unificazione a singhiozzo.

Leggere per credere. Oltre a rinnovare la vocazione identitaria della Cdu, definita, in inglese, “the German party of Europe”, nonché l’impegno a completare l’unione economica e monetaria, il Beschluss, o mozione suddetta, ha buttato lì sul tavolo un ragionevolissimo pacchetto, comprensivo di dare e avere, che suona come segue:

a)                      Noi vogliamo che l’Unione politica abbia un volto che la rappresenti. Perciò il Presidente della Commissione deve in futuro essere eletto direttamente da tutti i cittadini dell’Unione.

b)                      Noi vogliamo per l’Unione politica un sistema democratico bicamerale, incentrato, paritariamente, sul Parlamento europeo, quale Camera eletta direttamente dai cittadini, e sul Consiglio dei Ministri, in rappresentanza degli stati della UE. Ambedue le Camere, accanto alla Commissione, devono possedere il diritto di iniziativa legislativa.

c)                      La ripartizione dei mandati al Parlamento europeo deve, a medio termine, rispecchiare più fedelmente la consistenza demografica dei singoli stati membri.

Finalmente una proposta efficiente, che promette un deciso passo in avanti dell’Unione, evitando le umoralità dei direttorii a due o a tre! D’accordo, i premier, poveracci, sono succubi dei loro elettorati e delle consultazioni che si avvicinano, però, di fatto, ci governano alla Schettino. Viceversa, un Presidente della Commissione eletto direttamente da tutti i cittadini – ma si intende forse il leader del partito uscito vincitore dalle elezioni europee? in realtà quel direkt” appare più forte – ebbene un presidente del genere, con quel mandato popolare: uno) confermerebbe che ormai dall’obiettivo federale non si torna indietro; due) starebbe tuttodì in sala comando tipo De Falco, visto che per essere eletto dovrebbe possedere un carisma parecchio superiore a quello di Manuel José, per quanto gli si possa voler bene.

Peraltro, il mantenimento del Consiglio dei ministri (che non sarebbe un Senato degli stati), insieme ad altri aspetti a carattere confederale, manterrebbe il naviglio della UE su registri monnettianamente evolutivi, senza fare del Presidente della Commissione una sorta di nuovo Washington. Sicché, tranquillo professor Monti-che-Dio-comunque-l’abbia, il pericolo degli Stati Uniti d’Europa, da lei paventato nell’intervista a «Die Welt», non sarebbe così incombente.

In cambio i tedeschi cosa vogliono? Una rappresentanza più equa, ovvero più deputati teutonici al Parlamento europeo, oggi sottodimensionati a causa di una ripartizione dei seggi a tutto vantaggio dei paesi piccoli. Giustissimo! la Cdu, ma anche la Corte federale di Karlsruhe, che si è espressa al riguardo, hanno ragione. Se modello federale ha da essere, che lo sia sul serio.

Un patto con i tedeschi, dunque, benché gli staterelli formica della UE, nel loro piccolo... Sicuramente da approfondire meglio, come questo foglio tenterà di fare sul proprio sito e nei prossimi numeri. Ma almeno una trattativa con prospettive operative. O la Cdu ha tentato invece il depistaggio per sostenere le notorie renitenze della cancelliera? Non impossibile, ma allora, il bluff, almeno, andiamolo a vedere. E non è detto che se ne esca per forza a mani vuote.

 Da Gli Stati Uniti d'Europa, n. 27, gennaio 2012

 

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